Bel-Ami Edizioni |
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Nella disarmonia dell'inatteso
Recensita da Gordiano Lupi su
KULT Underground
Gordiano Lupi |
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Sul numero 84 di
Vario - Abruzzo
la recensione di "Nella disarmonia dell'inatteso"
a cura della prof. Anna Cutilli.
Vario Abruzzo in Rivista |
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Sei liriche scelte e commentate da Luciano Nota Sabatella
per il Blog "La presenza di Erato"
Luciano Nota Sabatella |
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Venerdì 14 marzo 2014 si è svolta la cerimonia di premiazione della VII edizione del Premio Nazionale Albero Andronico di poesia, narrativa, fotografia e cortometraggi (2013). Presso i Musei Capitolini- Salone dei Centauri- Piazza del Campidoglio
"Nella disarmonia dell'inatteso" si è classificata al IV posto per la sez. E : volume edito (senza distinzioni di genere).
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Domenica 9 marzo 2014, ore 16,30
Giovanni Di Iacovo Presenta
Nella disarmonia dell'inatteso
di Maria Grazia Di Biagio
Le ore della sera che seguono alla cena
di Simona Novacco
Ingresso gratuito
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La traduzione in inglese a cura della scrittrice
Lucia Guida per Contemporary Literary Horizon
di una delle liriche contenute nella raccolta
Spell
You were holding me on your fingertips
as a multiplication table, a nonsense
rhyme, sweetmeat, desire
and on the junction of lips
where the angel sank his forefinger
I was pressing mine to lead to silence
the ubiquitous ghost of truth
but Circe knows
and the little girl knows, too,
that every spell is cast and then broken.
Translation : Lucia Guida - novelist
Incantesimo
Mi tenevi sulla punta delle dita
con le tabelline la filastrocca
lo zucchero filato il desiderio
e sulla congiunzione delle labbra
dove l'angelo affondò il suo indice
premevo il mio per indurre al silenzio
lo spettro ubiquo della verità
ma Circe sa e lo sa la bambina che
l'incantesimo si fa e poi si scioglie.
Da: “Nella disarmonia dell'inatteso” Bel-Ami edizioni
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Sabato 9 novembre, ore 17,00
Nella disarmonia dell'inatteso
Franca Minnucci |
Pescara - Circolo Aternino - Sala Arancio
Maria Grazia Di Biagio |
Con l'autrice l'attrice e scrittrice Franca Minnucci
Le foto dell'evento
scatto di Lucia Guida amica scrittrice
Scatti di Paola Celi
amica pittrice
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Sabato 26 ottobre 2013
Nella disarmonia dell'inatteso partecipa a:
L'attrice Loredana Maxia interpreterà alcune liriche tratte dal libro
e tre inedite tratte dalla raccolta "Il giardino dei cardi"
che affronta il tema della violenza psicologica nel rapporto di coppia.
Io ci sarò con una breve introduzione
Dacché mi hai preso
come l'acqua il sassolino
seguo paesata
le ruzzole della mia caduta
Casuale nei tuoi flutti
non sono indispensabile al tuo corso
nè la tua piena muterà il mio stato
perché tu mi tieni e non mi sai.
Non mi portare verso la tua fine
a morire ciottolo di greto
Lasciami adesso, qui
posami su una sponda del tuo letto
dove la pietra è nuda cosa
possibile a se stessa.
da "Nella disarmonia dell'inatteso" Bel-Ami Edizioni
°°°
Foto by MYRIAM BENEDETTO
°°°
Domenica 28 luglio 2013
Evento Spettacolo Multimediale
"Elemento Donna"
a Villa Rosa di Martinsicuro (TE)
Parco via F. Filzi
ore 21,00
Manifestaziona culturale contro l'abuso sulla donna e il femminicidio.
°°° VENERDì 21 GIUGNO 2013
ore 21,00
Nella disarmonia dell'inatteso
partecipa all'evento
LETTI DI NOTTE
Libreria Primo Moroni
via Quarto dei Mille, 29
Pescara
Foto - Fosca Massucco - |
Cerco
Cerco in ogni libro una rivelazione
oppure un'intuizione condivisa,
una piccola cosa impertinente,
una violetta sbucata dalla neve
che mi faccia sentire meno assurda.
Cerco la bellezza delle cose
nella disarmonia dell'inatteso,
nelle parole, il senso primo del significato.
Cerco in ogni albero il suono inconsapevole
utile al mestiere del liutaio.
Cerco in te la mia parte silente.
Non conosco che il nome
e qualche brandello di vita che penzola
dai denti tenaci del lupo
che non addomestico per amore del vero.
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Dalla prefazione di Dante Maffia
Dalla prefazione di Dante Maffia
E’ una di quelle opere che una volta cominciate a leggere non si ha voglia di
smettere, prima per godere la freschezza delle parole che arrivano come folate
di zefiro e poi per la “saggezza” con cui ogni cosa viene detta. Ho messo tra
virgolette saggezza per sottolineare che la poetessa riesce, nonostante la
delicatezza con cui si esprime, a dire cose profonde e da meditare:
“Io…cosa
penso?
Che
potrei morire adesso
e
non farei più clamore
di
quella foglia secca
che
si è impigliata
Corrispondenze |
fra
i tuoi capelli”.
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Nella disarmonia dell'inatteso
di Maria Grazia di Biagio - Bel-Ami Edizioni 2012
nota di lettura di Giorgio Linguaglossa
cara Maria Grazia,
ho letto il libro che mi hai dato a Torino: innanzitutto,
azzeccato il titolo "Nella disarmonia dell'inatteso", quei due
prefissi avversativi rendono bene l'idea di ciò che il lettore trova dentro il
libro: indicano una discordanza, una dissonanza che sono ormai diventate una
questione ontologica del nostro esistere e del nostro abitare il «mondo»; bella
e intensa l'ultima breve poesia del libro:
Ho mentito.
Non è vero che non sto scrivendo
sono solo versi bianchi
ma ho finito i fogli colorati.
Intensa perché «vera», senza infingimenti, senza acrobazie.
La tua poesia vede il mondo attraverso la propria lente di ingrandimento:
quella pagliuzza che noi tutti portiamo piantata nell'occhio e che non
riusciremo mai a svellere (per fortuna!, dice qualcuno non politicamente
corretto); ma poi perché toglierci il fastidio di guardare il mondo con occhi
finalmente liberi?, no, è preferibile come fai tu guardare il mondo con la
pagliuzza nell'occhio e con una leggera dis-metria del verso, con una leggera dis-lessia
(al bando i poeti laureati!, i professori di fede!). Molto intensa e vera anche
l'altra poesia:
Mi domandi se
domani ci sarò
Certo - rispondo -
dove vuoi che vada?
Sciocca io
non faccio certi conti
Sciocco tu
che fai certe domande.
Dovrei imparare a dirti
addio tutte le volte.
Straordinariamente vero. Dovremmo imparare a dirci «addio»
tutte le volte che ci dividiamo da un incontro. C'è anche molta gentilezza nei
tuoi versi, quella gentilezza che tanto amo di trovare nei poeti che congiunge
«la filastrocca lo zucchero filato il desiderio», quelle povere piccole cose
che costituiscono la trama dei nostri giorni. Quella gentilezza che non si
trova più nei libri di poesia di oggi. «Sì che ne abbiamo di parole non dette»,
scrivi tu; e la risposta al quesito spetterebbe ai lettori, perché tutto
«finisce nelle ragnatele grigie dei sogni», come dici tu. Bel verso gentile che
mette la parola fine alla questione.
I miei complimenti.
giorgio linguaglossa
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Nella disarmonia dell'inatteso
di Maria Grazia Di Biagio - Bel-Ami Edizioni 2012
Nota di lettura di Giorgio Taffon
Gentilissima Maria Grazia,
con un certo ritardo mi faccio vivo perché ho letto il tuo bel libro "Nella disarmonia..." che mi regalasti a gennaio. Mi complimento con sincerità e franchezza, perché non molte volte come in questa occasione da te offertami, ho goduto di una lettura piacevole ma al contempo densa di immagini e pensieri e metafore ed analogie molto convincenti dal punto di vista della scrittura poetica. Abbraccio totalmente quanto di bello e buono hanno già scritto Dante e Renato! Pur sapendo quanto costa scrivere con vero impegno ed autentico afflato e quanto scarso sia nella nostra società il rispetto e poca l'attenzione per l'arte poetica in particolare, non posso che invitarti a continuare l'esercizio della scrittura: come afferma Raimon Panikkar non dobbiamo vivere per scrivere, ma scrivere per vivere (possibilmente meglio!). Colgo anche l'occasione per augurarti una serena e calda Pasqua.
Cordialissimi saluti da
Giorgio Taffon |
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Nella disarmonia dell’inatteso
di Maria Grazia Di Biagio - Bel Ami Edizioni 2012
nota di Rita Pacilio
La poesia si muove, dal classico al contemporaneo, attraverso segni e simbologie semantiche sviluppando innumerevoli interpretazioni ed espressività che la convertono a una analitica e/o sintetica palpabile realtà pur attraversando molteplici identità ontologiche. Ogni nuovo testo in versi spinge il lettore a porsi domande sul significato dei segni linguistici utilizzati dall’autore, sia sul messaggio della parola contenuta nella struttura ritmica che ha di fronte, cioè sulla filosofia poetica, sia sulla motivazione che ha spinto la penna a lasciare un documento poetico agli atti della storia. Maria Grazia Di Biagio, nel suo lavoro poetico Nella disarmonia dell’inatteso edito da Bel Ami Edizioni 2012, reinventa il racconto del reale nella lettura della letteratura moderna ripercorrendo i passi della cultura occidentale senza tradire o ignorare il classicismo eclettico del primo novecento. Le peregrinazioni umane si trasformano: da tradizionali diventano postmoderne affrontando monologhi interiori attraverso personaggi coscienti e consapevoli di portare il peso dell’esperienza quotidiana nella propria traccia vitale. La poetica preferisce termini che denotano il mutamento, l’instabilità del mondo, lo scorrere del tempo, lo stupore dell’innamoramento. Si neutralizzano le ovvietà e le convenzioni estetiche: il metodo di coniugazione e la metafora conforma ulteriori realtà che paradossalmente svelano sguardi e nuove concezioni dell’oggetto osservato. L’empatia con le cose naturali determina in chi legge un sentimento di infatuazione e di profonda malinconia per la passione che può svanire. Esigenza strategica del “grande poeta è di obbedire soltanto ad un destino” (Pietro Citati). ’La libertà del pensiero e della immaginazione appartiene più ai lettori che agli scrittori: quasi che uno scrittore per essere veramente tale, debba essere costretto ad abitare spazi molto perimetrati, mentre il lettore, quando legge, può abitare ogni mondo, scegliere ogni destino. Insomma si è più felici quando si legge che quando si scrive’ (Giancarlo Pontiggia). E’ vero, chi legge penetra e vive i milioni di destini degli scrittori, a meno che, come Leopardi diceva di se stesso, ‘i lettori mentre leggono stanno già scrivendo!’. L'armonia, quindi, non è nelle cose che appaiono.
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Nella disarmonia dell'inatteso
di Maria Grazia Di Biagio - Bel-Ami Edizioni 2012
nota di Fosca Massucco
Maria Grazia Di Biagio l’ho conosciuta, se così si può dire, da poco.
E’ una delle “passioni” di Renato Fiorito, quello di "La
Bella Poesia" per intenderci; di lui, di un
altro dei collegamenti che non si capiscono subito, ne ho già parlato qui.
Renato ha coinvolto la poetessa Di Biagio e me (onoratissima) nella Giuria del Premio Internazionale di Poesia “Di Liegro” di Roma a cui stiamo alacremente lavorando, visto che siamo nella fase di selezione delle opere partecipanti.
Renato ha coinvolto la poetessa Di Biagio e me (onoratissima) nella Giuria del Premio Internazionale di Poesia “Di Liegro” di Roma a cui stiamo alacremente lavorando, visto che siamo nella fase di selezione delle opere partecipanti.
Con Maria Grazia ci si è trovate bene subito, a scriverci
messaggi intensi intervallati da sonori cazzeggi e risate.
Poi esce il suo nuovo libro di poesia, edito da Bel-Ami,
mica robetta.
Io di lei stimavo il cuore e la gentilezza, un po’ da
nobildonna un po’ da mamma, leggevo qualche novità su FB e mi appassionavo al
suo sito di videopoesia (di cui peraltro sono stata pure ospite, e di questo
ringrazio).
Fatto sta che ieri mi arriva “Nella disarmonia
dell’inatteso” e solo dopo cena riesco ad aprirlo, stante la giornata convulsa;
e già sull’incipit mi si stringe il cuore – early poems, come direbbe la mia traduttrice preferita, T. S. Eliot e una frase (davvero poco conosciuta ma che ha
accompagnato e quasi perseguitato la mia vita da 20 anni) lì scritta, come se
mi aspettasse:
“…i nostri giorni d’amore son pochi:
facciamo almeno che siano divini”
Già quello mi sarebbe bastato a rendere gradito un libro di poesie, la scelta di un incipit che facesse suonare mille campanelli.
Poi però
ho letto le poesie e ci ho trovato dentro immagini, strategie di pensieri e
scene che mai avrei supposto. Spero non se la prenderà Maria Grazia, ma
difficilmente mi sarei immaginata che dentro di lei albergasse una poeta così
gioiosa.
Con il suo
permesso vi riporto i versi che mi stanno accompagnando in questi giorni:
“Cerco in
ogni albero il suono inconsapevole
utile al mestiere del liutaio”
utile al mestiere del liutaio”
apre la prima serie di soprese
immaginifiche.
“Tutto quello
che ho perso resta
mi aspetta nel deposito oggetti smarriti
di una qualche stazione che non mi rivedrà.
Ho un biglietto di sola andata
tante cose ancora da trovare”
mi aspetta nel deposito oggetti smarriti
di una qualche stazione che non mi rivedrà.
Ho un biglietto di sola andata
tante cose ancora da trovare”
che è un delizioso omaggio alla Wisława Szymborska del “Discorso all’Ufficio Oggetti Smarriti”.
“Presto o
tardi fa sera.
Ogni gatto torna al suo padrone
e dai tetti scendono i ricordi”
Ogni gatto torna al suo padrone
e dai tetti scendono i ricordi”
e mi rimanda alla nebbia gialla che si struscia contro i vetri nella Love Song of J. Alfred Prufrock di nuovo di Eliot, così come le donne che vanno e vengono tra parentesi parlando di Michelangelo diventano:
“(è quasi
un’utopia nella memoria
il tuo volto così puro, inconciliabile
con la prosa delle umane preoccupazioni)”
il tuo volto così puro, inconciliabile
con la prosa delle umane preoccupazioni)”
inciso in
mezzo ad una poesia.
E che dire di un Salinas femminile? “La Voce a Te Dovuta”
riecheggia minimale in
“Se un
giorno tu dirai di me al passato
ti prego,
fallo sottovoce, che io non senta”
e anche:
“Se questo
amarti è un dono o una condanna
io non te lo so dire,
ma so che il mio presente è nella notte
dei tuoi occhi e l’unico riposo che conosco
è nel tuo palmo caldo
dove poso la guancia per dormire”
io non te lo so dire,
ma so che il mio presente è nella notte
dei tuoi occhi e l’unico riposo che conosco
è nel tuo palmo caldo
dove poso la guancia per dormire”
Un po’ di cattiveria esce, ma è nostalgica e melò come Dorothy Parker e, come nelle sue poesie, le negazioni sono richieste e preghiere stemperate di ridicolaggini:
“E’ bella
la tua voce quando dice non ti amo
[…]
Ma adesso baciami bugiardo. Non ti amo anch’io”.
[…]
Ma adesso baciami bugiardo. Non ti amo anch’io”.
Insieme ad un poco di Gozzano mi ritrovo a leggere un Qoelet reinterpretato:
“Si sta
sciogliendo in gocce l’affanno di questo cielo,
del resto ogni stagione ha il suo tempo
e questo è il tempo delle piogge”
del resto ogni stagione ha il suo tempo
e questo è il tempo delle piogge”
Ma oltre all’elaborazione e alla restituzione personale dell’interpretazione, Maria Grazia è anche una piccola collezione di delizie personali come:
“Sono
imperfetta e sono anche futura
nell’idea pura, un’intenzione
prima che si tocchi la materia”
nell’idea pura, un’intenzione
prima che si tocchi la materia”
E poi arriva quello che vorrei aver scritto io, parafrasando quello che lei mi scrisse un giorno su una mia poesia, versi che vorrei aver sentito uscire da me:
“Il sole
arriva prima
e si trattiene
un po’ di più la sera
non per amore
di quest’angolo di terra.
E’ solo che
la Terra gira
e quasi sembra amore”.
e si trattiene
un po’ di più la sera
non per amore
di quest’angolo di terra.
E’ solo che
la Terra gira
e quasi sembra amore”.
Il libro si chiude con uno scoglio immenso:
“Ho
mentito.
Non è vero che non sto scrivendo
sono solo versi bianchi
ma ho finito i fogli colorati”
Non è vero che non sto scrivendo
sono solo versi bianchi
ma ho finito i fogli colorati”
che i versi, quelli veri, terminano così: con l’attesa dei
prossimi, ancora bianchi.
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Nota di Angela Laura Cassola su queste ed altre poesie di Maria Grazia Di Biagio
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