mercoledì 17 gennaio 2018

Dante Maffia - tre poesie scelte da "Abitare la cecità"





*

Ah, se faranno del male al gatto
mi farò un cane, di quelli grandi e feroci,
e l'aizzerò contro chi si dispiace
delle frenesie del mio gatto.
Pretendeva la considerazione da tutti
e di qualsiasi regola, ma il suo gatto
doveva essere libero e rispettato
come un imperatore. Aveva sognato
che lei era Cleopatra e Aziz suo figlio.




*

E basta, non stare a pettinarlo,
non abituarlo a troppe carezze,
non farlo sconfinare nella gioia
che fa della tenerezza una menzogna.
In fondo è una bestiolina
e bisogna che te ne rendi conto
se non vuoi farla soffrire come un uomo.




*

L'umano s'era insinuato nel profondo
del cuore di Aziz. Un lento fluire di parole
che sono la disperazione e il limite.
Bisognava tornare indietro
e non spingere alla metamorfosi. Fiorivano
da poco nei balconi
fiori sconosciuti, un pericolo sicuro.





LO SPLENDORE DEL RISAPUTO E DELLA RIPETIZIONE
da "Abitare la cecità"
Edizioni Lepisma, 2011

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