lunedì 4 dicembre 2017

Lucia Guida - La casa dal pergolato di glicine

Letture





"La casa dal pergolato di glicine"
Nulla Die Edizioni


La casa dal pergolato di glicine è un villino sul mare testimone e complice di una metamorfosi. 
Mi piace aprire così le mie considerazioni su questo bel romanzo di Lucia Guida, con la prima sensazione che raccolgo a fine lettura.
La storia si svolge negli anni ’70, anni del riconquistato benessere economico, periodo storico di grandi cambiamenti, delle rivendicazioni giovanili e femministe che ben poco, però, hanno cambiato nella mentalità di certe famiglie della media borghesia benpensante della nostra Italia.
Marina è una giovane sposa trascurata da un marito in carriera, insieme ereditano da una vecchia zia di lui un villino sul mare. Questo dono inaspettato viene accolto dalla protagonista come un’occasione per allestire un piccolo nido di vacanza, un’oasi di pace dove rinsaldare il legame precario con il suo compagno indifferente.
Invece si rivelerà essere molto di più. In questa casa scoprirà l’infedeltà di suo marito, prenderà coscienza del proprio disamore nei suoi confronti e soprattutto conoscerà Walter, il ragazzo del villino accanto e scoprirà la passione vera, la chimica che attrae due corpi, due esseri nella loro interezza e alla quale non ci si può, non ci si deve sottrarre, se non si è disposti a subire le regole frustranti che impone certa filosofia del quieto vivere, se si ha il coraggio di esercitare il senso innato dell’amor proprio.
Per questo parlo di metamorfosi, un passaggio da un essere in potenza a un essere in atto che comporta fatica, sofferenza,  è il dolore e la gioia di un parto, il parto del proprio sé. I rischi sono inevitabili, noi donne lo sappiamo bene, come lo sanno le donne che gravitano intorno a Marina nella casa dal pergolato di glicine, dove si respirano l’odore della salsedine, il profumo dolce dei fiori, la sana complicità dell’amicizia tra donne.
Lo stile della narrazione è elegante, con alternanze di flashback e flash forward che ne movimentano il ritmo, le descrizioni dense di particolari trascinano il lettore nelle atmosfere, lo coinvolgono negli stati d’animo della protagonista al punto che più di una volta ci si sofferma a pensare: cosa avrei fatto o detto io in questo frangente, come avrei reagito?
La storia di Marina è una storia senza tempo, porta a riflettere sulla fragilità e sulla forza che ciascuno di noi possiede, sulla bellezza dei sentimenti di amicizia  e di amore che vale sempre la pena vivere con intensità e coraggio affinché questa breve vita ci dia i suoi frutti migliori, che non sono mai gratis ma di certo più appaganti della sterile rassegnazione all'immobilità nella quale spesso ci si lascia vivere e morire.



Maria Grazia Di Biagio

Nessun commento:

Posta un commento