giovedì 30 novembre 2017

Narda Fattori - Passione Poesia


Da Passione Poesia - Letture di Poesia Contemporanea (1990- 2015) 
a cura di Sebastiano Aglieco, Luigi Cannillo e Nino Iacovella) CFR 2016, un testo di Narda Fattori con nota di presentazione di Maria Lenti.









Dai portoni con serrature di sicurezza
sempre nell’ora che ci sembra finale
invochiamo il dio che non risponde
quello che non ha parole
e nel suo nome si sono ridotte
le case in calcinacci dove l’argilla primigenia
e a mille e mille si sono alzate le croci.

Non c’è alcun tesoro celato là dove
gli arcobaleni si stremano in archi grandi
e più nessuno si stupisce dell’inganno
come la favola narra e la mente rifiuta.

Eppure siamo per scambiarci parole piene
per estrarre dolori come spine sottopelle
a sudare la terra per il pane
per meritarci i nostri avi contadini
con le mani di calli e compassione.

Ora siamo soltanto groviglio di serpi
ai quattro angoli del tempo
dentro i muri delle case con troppo silenzio
e dove non si fa silenzio mai
per udire – pensare – girotondi infantili
di grandi allegri occhi scuri

c’è chi ha proibito ai bambini i girotondi
                                     nei cortili del mondo




Narda Fattori, Gatteo (FC) 1948 - 2017



da Cambiare di stato morire di natura, CFR, Piateda (So), 2014


dal commento di Maria Lenti
Presenze in movimento tra bellezza e crisi

Il verso di Narda Fattori narra vicende, nel riscontro realistico retinato in una sottile liricità, senza infingimenti. Non nasconde gli intenti dell’esito. Li comunica e chiede di essere compreso fino in fondo, in clausole che constatano, soppesano, mai sospendono il senso snodato nel dialogo, continuo, con la vita, con i consimili dentro un comune destino, in un contenitore ricco di cose, di pensieri, di respiri sul raggiunto o sul mancato.
[…]
L’accaduto ha calato cortine. ha sfasato l’altezza dei gradini. ha prodotto inciampi e soprassalti ogni volta giunti rumorosi nel silenzio, un assolo fino come una lama e duro come una lastra di ferro. Ha fiatato cattiverie di un dio innominabile dentro la “commedia” o la “tragedia” o l’”avanspettacolo”, i cui registi si chiamano tempo, potere danaroso, padroni del vapore economico, illuminazione razionale, illusioni gelate, disinganni. Il sipario tirato ogni volta non ha lievitato il sospiro della fine liberatoria, tanto meno ha innescato – ne scrivono i saggi, i sapienti di sempre, no? – l’attesa catarsi.
[…]





Nessun commento:

Posta un commento