giovedì 7 gennaio 2021

"In che luce cadranno" di Gabriele Galloni

 


RPLibri 2018





 

Dalla prefazione di Antonio Bux







… Galloni anche in questa sua agile e seconda prova, In che luce cadranno, gioca tra il silenzio e il re¬stare sospeso della poesia, e lo fa a volte con crudezza, altre volte con leggiadria, offrendo al lettore un lavoro di puntello, ma anche e soprattutto di carne, di materia viva. Ciò che più sorprende è l’oscillazione di un poeta così giovane, ma già dal tono maturo, tra la concisione e lo stupore, tra la leggerezza e l’acume di una poesia tanto affinata quanto pungente.

 


 

 

***

I morti tentano di consolarci

ma il loro tentativo è incomprensibile:

sono i lapsus, gli inciampi, l'indicibile

della conversazione. Sanno amarci

 

con una mano – e l'altra all'Invisibile.

 

 

***

Si parlava dei morti. Sulla tavola

i resti sparsi della cena – quelle

bistecche appena cotte. Il frigorifero

 

in segreto colloquio con le stelle.

 

 

***

I morti continuano a porsi

le stesse domande dei vivi:

rimangono i corsi e i ricorsi

del vivere identici sulle

due rive. In che luce cadranno

tornati alle cellule.

 

 

***

Certo. I morti si danno soprannomi.

Però li scordano immediatamente.

Ché al poco – buona grazia – preferiscono

il niente.

 

 

 

***

La musica dei morti è il contrappunto

dei passi sulla terra.

 



 

Gabriele Galloni Roma  1995 - 2020 .



Apprendo soltanto oggi della scomparsa di questo giovane eppure già maturo poeta.

Ricordo lo sconcerto che provai, alla prima lettura di questa sua raccolta, nel constatare la lucidità e il rigore dei suoi versi e soprattutto con quanta disinvoltura maneggiasse il tema della morte.

In molti già parlavano della sua poesia e pensavo di avere il tempo di occuparmene con la dovuta attenzione... ma non lo abbiamo perso. La sua poesia sarà il contrappunto dei nostri passi sulla terra.


Maria Grazia Di Biagio